La parola cyberbullismo indica un atto aggressivo o molesto compiuto da un adolescente o preadolescente tramite l’impiego dei nuovi strumenti di comunicazione online (siti web, chat, social network ecc.). 

Si tratta di un uso inappropriato di internet,  con cui si diffondono materiali denigratori (testi, video e immagini) e contenuti violenti tra coetanei, fuori dal controllo degli adulti.  

L’evolversi del mondo virtuale e della tecnologia ha determinato la dematerializzazione dei rapporti interpersonali, dando vita anche a identità non definite come quella dei “falsi profili” con cui a volte si manifesta il cyberbullismo.  

Questo fenomeno va a colpire soprattutto i più giovani, infatti secondo i dati riportati dal Ministero della Salute sono risultati vittima di cyberbullismo circa il 38,3% dei bambini di 11 anni di età  e il 31,3% dei 13enni.  

Sia il bullismo che il cyberbullismo portano ad avere problemi di salute, infatti entrambi possono causare, ad esempio, disturbi d’ansia e d’umore, deficit d’attenzione, isolamento sociale e autolesionismo. 

Cosa si può fare? 

Per contrastare questo fenomeno la strategia migliore è la prevenzione, alla base della quale c’è la promozione di un clima culturale, sociale ed emotivo in grado di scoraggiare sul nascere comportamenti di prevaricazione e prepotenza. 

La scuola può essere molto utile in questo senso,  aiutando i ragazzi a sviluppare competenze emotive e relazionali. Inoltre la scuola può essere il tramite di una corretta informazione sul cyberbullismo, sull’uso consapevole e corretto della tecnologia, sull’educazione alla legalità e al rispetto della dignità personale di ognuno. 

Gorana Djukic