25 novembre 1999: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite prende posizione al fianco del mondo femminile, istituendo la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’ONU ha scelto di celebrare questa giornata il 25 novembre, poiché ricorre l’anniversario della morte delle sorelle Mirabal, Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa, uccise brutalmente lo stesso giorno del 1960 per aver tentato di contestare la dittatura di Trujillo in Repubblica Dominicana, creando l’organizzazione clandestina “Movimento 14 giugno”.
Il 25 novembre nasce con l’intento di sensibilizzare gli animi di ognuno e di rendere nota una problematica che riguarda tutti noi, ma che spesso viene sottovalutata o non affrontata per omertà, per paura o per indifferenza riguardo le situazioni che ci circondano. Affinché questa giornata non rimanga solo un simbolo, ma diventi il seme per un radicale cambiamento culturale è di fondamentale importanza che le istituzioni, a partire dalla scuola, forniscano i mezzi e le informazioni per rendere i ragazzi consapevoli e sensibili all’argomento. Questo, infatti, ci permetterebbe non solo di sentirci meno soli e spaesati di fronte a realtà complesse all’interno delle quali è difficile muoversi, ma anche di scoprire i modi più efficaci per aiutare chi si trova in situazioni pericolose e non vede via d’uscita.
Per commemorare questo giorno sono stati istituiti dei simboli come le panchine e le scarpe rosse che rappresentano la lotta contro la violenza sulle donne e il lungo percorso dell’Umanità verso la parità. E’ un’artista messicana, Elina Chauvet, a rendere le scarpe rosse un segno di sensibilizzazione attraverso l’installazione “Zapatos Rojos”, realizzata nel 2009 in memoria delle vittime di violenza nella città messicana di Ciudad Juarez. La panchina rossa, invece, rappresenta il vuoto che la donna uccisa ha lasciato nella comunità e viene posta in un luogo visibile della città con l’obiettivo di far riflettere tutti i passanti su questo tema che mai come negli ultimi anni è entrato a far parte della vita quotidiana.
Anche se anno dopo anno crescono in ognuno di noi nuove consapevolezze sull’argomento, legate ad una crescente informazione, i femminicidi non danno cenno di diminuire (addirittura 120 nel 2023) e per le donne rimane comunque difficile denunciare un atto di violenza. Infatti, i dati ISTAT parlano chiaro: il 28,1% delle donne non parla con nessuno delle violenze subite e solo il 12,2% di loro trova il coraggio necessario a denunciare.
Bisogna ricordare che esistono preziose risorse: per esempio in Italia disponiamo di numerosi centri antiviolenza e servizi di call center, come il Telefono Rosa (numero 1522), che permettono a molte donne di sentirsi meno sole e le spronano a compiere scelte consapevoli.
Chiara Pira