L’argomento “donna” è uno dei più discussi tutt’oggi. Lo stesso film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, protagonista e regista, che sta superando ogni aspettativa di successo in Italia e non solo, in questi ultimi due mesi ha riportato l’attenzione sul ruolo della donna nella società.  

Ma facciamo un breve passo indietro. Sul finire dell’Ottocento nasce la “Questione femminile”, la svolta decisiva fu la rivoluzione industriale, dove il mercato del lavoro subì un grande cambiamento. Non erano più solo gli uomini a lavorare, lavoravano fuori casa anche le donne. Per la donna questa non fu una sorta di emancipazione, bensì la necessità di avere maggiori entrate economiche per mantenere la famiglia. Il lavoro, seppur sottopagato, fu un’occasione per le donne di uscire dalle tradizioni, che la vedevano mogli e madri, e andare a contatto con il mondo esterno assumendo un nuovo ruolo.

In questo contesto, verso la metà dell’Ottocento, la donna prese coscienza della propria situazione di subordinazione per poi fondare i primi movimenti “femministi”. Nel Luglio del 1848, infatti, negli Stati Uniti si tenne un’assemblea durante la quale un’attivista formulò la prima Dichiarazione affermando la parità dei diritti di genere tra donne e uomini; così la donna iniziò a ribellarsi per i propri diritti. Nel 1903 venne creata la Women’s Social and Political Union, che, attraverso manifestazioni, marce e scioperi, riuscì ad attirare l’opinione pubblica. Nel 1918 il parlamento britannico riconobbe il diritto di voto alle donne benestanti sopra i trent’anni e in seguito quello universale. Nei successivi decenni anche altri Paesi seguirono l’esempio inglese, tra questi anche l’Italia, dove il 2 Giugno 1946 la donna votò per la prima volta.

Ad oggi la donna è riuscita a ricoprire cariche importanti, come quella di Presidente del Consiglio, a dimostrare di poter partecipare al mantenimento economico della famiglia e allo stesso tempo curarla e accudire i figli; la donna è riuscita a conquistare settori in ambito medico, scientifico, economico, politico, impensabili un secolo fa; sicuramente vi è riuscita con la sua grande caparbietà, determinazione e in tempi lunghi, ma, si sa, non è facile smantellare una mentalità  e un’organizzazione sociale che per millenni l’ha relegata nelle quattro mura di casa.

La storia insegna che oggi le conquiste, avviate a fatica nel tempo, hanno un’evoluzione più repentina, l’importante è aprire una breccia, scalfire la roccia e perseverare. La donna è al pari dell’uomo, ha dimostrato di esserlo, ciò che ancora manca è il rispetto.  

Curinga Francesca & Frigo Alessia