Ci sono luoghi più o meno nascosti nella città di Verona: palazzi, vicoli, stradine poco visibili davanti ai quali passiamo centinaia di volte senza immaginare cosa vi si possa nascondere.
Io ho scoperto, solo da poche settimane, l’interno di un palazzo davanti al quale sono transitata chissà quante volte e sono salita in una terrazza vista sempre dal basso, a volte immaginando la visuale panoramica da lassù, ma senza mai soffermarmi più di tanto.
Ed ecco che una domenica, trascinata piacevolmente da una madre che mi porta per musei e chiese praticamente da quando sono nata, mi si rivela nella sua bellezza una meraviglia: Palazzo Maffei, affacciato su Piazza Erbe, la più antica piazza di Verona.
Incuriosita dal fatto che ci fosse una delle opere chiamate “La grande onda di Kanagawa” del pittore giapponese Hokusai, ho voluto visitare il museo all’interno del Palazzo, ma alla fine si rimane stregati per la quantità e varietà di opere esposte.
Ci ha accompagnato nella visita la guida Helios, ragazza giovane, preparatissima e appassionata che ci ha spiegato passo a passo le opere più importanti e le varie stanze durante il percorso che si dipana tra le sale sui due piani del palazzo.
Si viene così a conoscenza di aneddoti vari relativi ad artisti e opere, scorci di vita dei vari autori e il significato delle opere più moderne che, a un occhio non preparato possono sembrare “strane” e che invece rivelano contenuti profondissimi. Gli artisti presenti al museo sono tantissimi, italiani e non, c’è anche una sezione occupata da quadri della pittura veronese dai quali ci si rende conto di com’era Verona nei vari periodi. In particolare c’è un quadro di Van Wittel (padre del Vanvitelli, architetto della Reggia di Caserta) che mi ha colpito, è una veduta di Verona con il fiume Adige, ci sono ancora le mura di cinta. Sarebbe curioso confrontare il quadro con una foto dello stesso posto com’è oggi, con gli argini, senza mura di cinta e con tutte quelle case.

Attribuzione: Gaspar van Wittel, Public domain, Wikimedia Commons
Le opere sono più di 650 tra dipinti, sculture, mobili d’epoca, ceramiche, maioliche, volumi antichi, ecc., quindi approfondirle tutte è praticamente impossibile, ma con Helios è stato tutto più semplice e alla portata di ognuno.
Le stanze sono tutte affrescate, i colori delle pareti riescono ad esaltare le opere in esposizione. Si trovano opere di Picasso, De Chirico, Modigliani, Hokusai, Wharol, Boccioni, Balla, Lucio Fontana e tantissimi altri.
La collezione e il palazzo sono di proprietà di un imprenditore veronese, amante dell’arte che teneva la sua collezione in casa e che ad un certo punto ha deciso di acquistare Palazzo Maffei, restaurarlo, trasferire al suo interno tutte le sue opere e aprire la fondazione “Palazzo Maffei Fondazione Carlon”, che avrebbe permesso a tutti di ammirare la collezione.
Alla fine del tour si sale fino alla terrazza che guarda Piazza Erbe. Questa terrazza un tempo era molto più ampia e ospitava un giardino pensile e un agrumeto (gli agrumi servivano ad evitare lo scorbuto, anche se la vitamina C verrà scoperta secoli dopo). Finire la visita sulla terrazza con la veduta di Piazza Erbe da un’altra prospettiva è la perfetta conclusione di una mezza giornata trascorsa a conoscere la storia attraverso l’arte.
Laura Recchia