Attraverso lo studio del filosofo Schopenhauer si può riflettere sulla nostra società. Schopenhauer concepisce la volontà come la forza primordiale e irrazionale che anima l’universo e l’individuo.
La volontà è un impulso insaziabile che ci spinge a colmare bisogni, ma questa ricerca incessante non fa che generare sofferenza, poiché ogni desiderio soddisfatto ne genera un altro, in un ciclo continuo di insoddisfazione. La nostra esistenza è quindi segnata da una tensione perpetua, una lotta contro il nulla, dove la felicità si riduce a un miraggio, sempre sfuggente.
Il pensiero di Schopenhauer trova una straordinaria attualità nel mondo contemporaneo, dove il consumismo e la competizione per il successo sono spinti da una cultura che incentiva il desiderio incessante. La società odierna stimola una volontà che non mira a una vera soddisfazione, ma al perpetuarsi di un vuoto sempre più profondo. Ogni nuovo bene materiale o status sociale ottenuto non fa che alimentare ulteriori desideri, esattamente come Schopenhauer aveva affermato. La superficialità del piacere immediato, tanto ricercato nel nostro tempo, non porta altro che a una continua frustrazione.
Il pensiero di Schopenhauer invita, quindi, a riflettere sulla natura della nostra ricerca di felicità e a riconoscere l’insoddisfazione intrinseca nell’ossessione per il possesso e il successo, un invito a cercare una via di fuga dal ciclo della volontà, attraverso la consapevolezza di questi meccanismi.
Denisa Remschi